Perché usare il fornetto per unghie? Come scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze? Quanto costa e come si usa? Come si effettua una ricostruzione in gel? Queste sono solo alcune delle domande che con maggiore frequenza si pongono le donne che hanno intenzione di comprare una lampada asciuga unghie e vogliono essere ben informate sulle caratteristiche dell’apparecchio e su come utilizzarlo. In effetti, gli aspetti da valutare prima di procedere con l’acquisto non sono pochi, soprattutto per chi è proprio una neofita del settore.
In questo articolo troverete tutte le domande frequenti sul fornetto (o lampada) per unghie, con relative risposte: un approfondimento esaustivo che vi permetterà di fare chiarezza sull’argomento, indagandone ogni aspetto: modalità di funzionamento, precauzioni da seguire durante l’utilizzo, tipologie di fornetti, prodotti, gel e strumenti di lavoro necessari, costi… e tanto altro ancora!
Il fornetto serve ad effettuare la ricostruzione in gel delle unghie: con questo strumento di lavoro è possibile sia allungare le unghie che effettuare una semplice copertura, senza allungamento. Nello specifico, la funzione che svolge è quella di indurire (o, più precisamente, “polimerizzare”) particolari tipi di smalti a lunga durata, garantendo una finitura lucida, uniforme e resistente.
La lampada per unghie è l’ideale per tutte le donne che ci tengono alla manicure e desiderano avere unghie in ordine e ben curate il più a lungo possibile, senza dover sempre ricorrere all’estetista.
Permette di ottenere risultati professionali anche a casa, facendo un piccolo investimento: infatti se all’inizio è necessario sostenere la spesa necessaria all’acquisto del fornetto, alla lunga il risparmio economico diventa notevole (le sedute dall’estetista costerebbero molto di più).
I gel che si usano per la ricostruzione hanno una tenuta molto maggiore rispetto agli smalti tradizionali: le unghie ricostruite restano perfette e senza sbeccature fino a 3-4 settimane, quando inizia a vedersi la ricrescita (contro i pochi giorni dello smalto classico).
Il fornetto si presenta appunto come un piccolo “forno”, con un’apertura centrale nella quale va inserita la mano. Al suo all’interno sono collocati dei bulbi UV oppure dei faretti Led (a seconda del tipo di tecnologia usata), i quali emettono raggi ultravioletti e fasci di luce in grado di far solidificare e indurire i gel stesi sulle unghie. Tale processo di asciugatura e solidificazione degli smalti si chiama “polimerizzazione”.
Il fornetto riesce ad agire solo su specifici gel per unghie fotosensibili (o fotoindurenti): si tratta cioè di prodotti in grado di reagire chimicamente all’emissione dei fasci luminosi solidificandosi e diventando resistenti e lucidi.
Sostanzialmente, con il fornetto per unghie si possono usare solo gli smalti in gel (ve ne sono di diversi tipi e marche) e gli smalti semipermanenti.
Entrambi sono prodotti fotoindurenti, ma lo smalto semipermanente serve solo per coprire e colorare l’unghia e non si può usare per effettuare allungamenti. Per l’allungamento, quindi, va sempre utilizzato il gel.
Dal punto di vista estetico i risultati sono molto simili, soprattutto in termini di lucentezza.
La principale differenza sta nella durata e nella resistenza. I gel garantiscono una durata maggiore (dalle 3 alle 4 settimane), mentre gli smalti semipermanenti sono meno resistenti: al massimo durano 2 settimane. Il semipermanente potrebbe essere definito una sorta di via di mezzo fra gel ricostruente e smalto classico (in confronto al quale dura molto di più).
Per finire, c’è anche una differenza di natura economica. L’applicazione dello smalto semipermanente in un centro estetico costa meno di una ricostruzione vera e propria: in media dai 15 ai 35 euro, contro gli 80 euro indicativi della ricostruzione (il prezzo comunque varia a seconda del centro estetico).
No. Il fornetto per unghie funziona solo su prodotti fotoindurenti e gli smalti tradizionali non rientrano in questa categoria.
No, nel modo più assoluto. Gli smalti in gel – così come i semipermanenti – si asciugano e si induriscono solo grazie ai fasci di luce emessi dalla lampada per unghie.
Sì, oltre che per la ricostruzione e l’estensione dell’unghia, l’azione polimerizzante del fornetto può essere sfruttata anche per fissare decorazioni di nail art, siano esse effettuate con il gel o con smalti semipermanenti.
Senza fissarle con il fornetto, alcuni tipi di decorazione potrebbero staccarsi nel giro di pochi giorni.
I fornetti per unghie dotati di base estraibile (e sono ormai la maggior parte) permettono, una volta estratta la base, di far entrare agevolmente nell’apertura anche il piede.
Dopo l’applicazione, molti gel e smalti semipermanenti lasciano uno strato dalla consistenza appiccicosa (è il cosiddetto strato di dispersione), che va tolto passando una salvietta imbevuta di nail cleaner sgrassatore per unghie.
Certo, anche in caso di onicofagia si può usare tranquillamente la lampada asciuga unghie. Anzi, ricostruire le unghie in gel potrebbe essere un buon modo per smettere di mangiucchiarsele. L’unico inconveniente è che, se il letto ungueale è molto corto non si potranno appoggiare le tips per la ricostruzione: il problema comunque si può risolvere usando delle cartine (nail form) al posto delle tips.
Sì, non ci sono controindicazioni da questo punto di vista. Il gel non è poroso e non assorbe quindi l’umidità, se applicato bene.
No, perché la patologia peggiorerebbe.
Sì, dopo la ricostruzione le unghie possono essere limate al bisogno, purché lo si faccia con attenzione e delicatezza, senza andare a modificare lo spessore dell’unghia.
Sì, il fornetto per unghie è molto semplice da utilizzare, soprattutto se il modello è basico e ha poche funzionalità. Basta seguire questi semplici passaggi:
- Collegare lo strumento ad una presa elettrica
- Accenderlo premendo l’apposito pulsante
- Impostare il timer (se è presente questa funzionalità)
- Inserire la mano (con le unghie già pronte da polimerizzare) all’interno dell’apertura centrale e tenere in posa per il tempo necessario
- Al suono del timer estrarre la mano dal fornetto (o allo scadere del tempo cronometrato personalmente, in mancanza del timer).
Sostanzialmente in tre modi:
- Con tips: si applica sull’unghia naturale una piccola protesi di plastica (detta appunto “tip”) sulla quale si stende il gel
- Con cartine: si lavora direttamente sull’unghia senza applicare protesi, ma solo con l’aiuto di una cartina che viene tolta una volta completati la polimerizzazione e l’allungamento
- Copertura naturale in gel: quando la lunghezza naturale dell’unghia è già quella desiderata, si può procedere con la sola copertura in gel, per proteggere e colorare le unghie in modo accurato e duraturo.
Di base, servono questi accessori e prodotti (alcuni da usare in fase preparatoria, altri per la ricostruzione vera e propria):
- Disinfettante per unghie
- Bastoncini spingi cuticole (eventualmente anche taglia cuticole e olio per ammorbidirle)
- Lime e buffer opacizzante
- Primer
- Nail cleaner (detergente sgrassante) con salviette in pura cellulosa
- Pennelli (è consigliabile disporre di pennellini piatti per stendere i gel e di pennellini più sottili e appuntiti per le decorazioni)
- Cartine o tips (se è necessario effettuare l’allungamento delle unghie)
- Guanti protettivi
- Smalti in gel.
No, non tutti i fornetti per unghie sono venduti con incluso il kit di accessori. Alcune marche lo propongono in dotazione: può trattarsi di un kit per principianti (con gli accessori strettamente indispensabili per la ricostruzione o l’applicazione dello smalto semipermanente) o di un kit avanzato più ricco e professionale. A volte può essere incluso anche un set di bulbi di ricambio (nel caso dei fornetti UV).
Se si acquista un fornetto privo di kit, bisogna quindi mettere in conto la spesa necessaria ad acquistare separatamente gli strumenti e i prodotti necessari (lime, spazzolino per eliminare i residui della limatura, solventi e dischetti, spingi cuticole in legno d’arancio, eventuali decorazioni come strass e adesivi colorati, guanti protettivi, gel base, gel o smalti semipermanenti colorati, top coat).
Il prezzo di un kit è molto variabile perché dipende dalla quantità e qualità dei prodotti inclusi.
I kit più professionali contengono infatti diverso materiale che può far salire notevolmente il costo complessivo, come la fresa elettrica, diversi tipi di gel, le tips e il materiale per attaccarle, l’occorrente per la nail art, etc.
Indicativamente, si va da un minimo di 30-40 euro per i kit base senza lampada UV ad un massimo di 200 euro circa per i kit più completi e professionali con fornetto compreso.
Fra questi due estremi si collocano i kit di fascia media: mediamente accessoriati e discretamente professionali, possono venire a costare intorno agli 80 euro (con lampada inclusa).
Sì, la preparazione delle unghie è fondamentale per una buona riuscita della ricostruzione: è necessario opacizzare le unghie eliminando ogni traccia di grasso per evitare che il gel si sollevi, si distacchi o che si formino delle bolle. Ecco come procedere passo per passo:
- Disinfettare le unghie utilizzando l’apposito prodotto
- Limare il margine libero dell’unghia e spingere indietro le cuticole con l’apposito spingicuticole
- Opacizzare con cura tutta la superficie dell’unghia usando un buffer
- Eliminare la polvere della limatura con l’apposita spazzolina
- Detergere le unghie con una salvietta imbevuta dell’apposito detergente sgrassante (il nail cleaner)
- Applicare il primer (o mediatore di aderenza: è uno smalto che serve ad aumentare l’aderenza dei gel ricostruenti).
Una volta effettuati questi passaggi preliminari, si può andare avanti con la stesura dei gel per la ricostruzione.
Dipende dalla procedura di ricostruzione scelta. Ne esistono infatti tre diverse:
- Ricostruzione in trifasico: prevede l’applicazione di tre prodotti specifici diversi, il gel base (un gel trasparente o dalla colorazione tenue che serve a creare una base perfetta grazie alla quale il prodotto successivo aderirà meglio), il gel di struttura per modellare l’unghia e garantire maggiore tenuta e per finire il gel di finitura (il cosiddetto “top coat”), che serve a sigillare la superficie dell’unghia e a conferire lucentezza. Questo stesso procedimento in tre step va effettuato anche per l’applicazione del semipermanente, se si vuole ottenere un risultato ottimale.
- Ricostruzione in bifasico: con questa procedura servono solo due tipi di gel. Uno dei due dev’essere in grado di svolgere due compiti. Si può quindi scegliere di stendere un gel base e un gel di struttura che svolge anche una funzione di finitura lucidante oppure un gel di struttura che racchiude in sé anche la base e un gel di finitura sigillante.
- Ricostruzione in monofasico: questa procedura è la più recente e si avvale dell’utilizzo di un solo tipo di gel, il gel monofasico. Si tratta di un prodotto che da solo riesce a svolgere le tre funzioni necessarie alla ricostruzione: questa metodologia è più veloce e pratica perché non bisogna cambiare tre volte prodotto. Ed è anche più economica: un solo prodotto costa certamente meno di tre.
Il fatto che la procedura in monofasico sia la più semplice è in realtà un mezzo mito da sfatare.
Se è vero che teoricamente si tratta di una tecnica più veloce, è anche vero che per ottenere buoni risultati bisogna saperla padroneggiare bene. Altrimenti si rischia di perdere altro tempo per fare le limature di correzione e per applicare un prodotto lucidante.
Sì, bisogna polimerizzare con il fornetto ogni strato di gel: quindi l’operazione di asciugatura va ripetuta tre volte. Solo il primer non necessita di essere polimerizzato, poiché si asciuga all’aria.
Vanno asciugate con la lampada anche le eventuali decorazioni aggiuntive di nail art, sia quelle create a mano, sia quelle realizzate con adesivi, brillantini e strass: in genere le decorazioni si effettuano dopo aver steso il gel modellante, si polimerizzano con un po’ di gel e per finire si sigillano con il gel di finitura.
Certo, in questo video – pubblicato da Vittoria Sajir – è possibile vedere come utilizzare una lampada per unghie:
Se l’unghia non ha particolari problemi il refill (ovvero il ritocco con applicazione di gel sulla ricrescita) si effettua in genere dopo circa 3 settimane dal giorno della ricostruzione: si consiglia di non aspettare mai più di questo lasso di tempo, in quanto la ricrescita diventerebbe troppo evidente e ci sarebbe il rischio di dover rifare tutta la ricostruzione. Il prezzo varia da centro a centro, ma si tratta naturalmente di un costo molto inferiore rispetto a quello previsto per una ricostruzione completa. In media, il refill può costare sui 25-30 euro.
Se viene effettuata in modo corretto, la ricostruzione non danneggia in nessun modo l’unghia. Anzi, in alcuni casi aiuta anche a correggere eventuali anomalie nella crescita della lamina ungueale.
Ovviamente questo vale solo se si scelgono gel e materiali sicuri (è importante che abbiano il marchio CE) e se si utilizzano in modo appropriato tutti gli strumenti necessari alla ricostruzione. Lime in primis: se usate in modo sbagliato possono essere eccessivamente aggressive e rovinare le unghie.
Sì. Spesso i fornetti hanno dimensioni compatte e permettono quindi il trattamento di una mano (o piede) per volta, ma in vendita si trovano facilmente anche modelli di grandi dimensioni che consentono il trattamento di entrambe le mani in simultanea, con notevole risparmio di tempo.
I tempi di posa per ogni strato di gel dipendono dalla tecnologia impiegata dal fornetto e dalla marca del prodotto steso. Bisogna quindi verificarli sulle confezioni dei prodotti, dove vengono sempre indicati.
In ogni caso si tratta di tempi molto contenuti: al massimo un paio di minuti, per i fornetti meno veloci.
Difficile dirlo con precisione. Il tempo necessario dipende da tante variabili:
- Tecnologia e marca del fornetto: alcuni fornetti sono più veloci a polimerizzare di altri. Dipende molto dalla tecnologia impiegata e anche dalla marca
- Capienza dell’apparecchio: bisogna vedere se il fornetto in questione permette di trattare tutte le dita di una mano contemporaneamente oppure no. In alcuni modelli l’imbocco non è abbastanza grande per fare entrare il pollice, che va quindi trattato separatamente. E questo naturalmente comporta un maggiore spreco di tempo
- Grado di esperienza e abilità: quando si ha poca esperienza è normale essere lente, ma con il tempo si acquisisce maggiore destrezza e si impiega sempre di meno per ultimare la ricostruzione.
Quando il gel non polimerizza bene, le cause possono essere diverse:
- I bulbi sono scarichi e vanno sostituiti (nel caso si usi un fornetto UV)
- Il gel è aperto da diversi mesi e ha perso parte della “freschezza” iniziale. Oppure, è stato tenuto aperto durante il lavoro, magari proprio vicino al fornetto: il gel non deve entrare in contatto con raggi UV di nessun tipo. Per questo motivo è preferibile non trattare le unghie vicino alla finestra, affinché la luce solare non arrivi sul gel
- E’ stata stesa una quantità eccessiva di gel: perché si asciughi bene, è importante stendere uno strato sottile di prodotto (al massimo si può sempre fare una seconda passata)
- L’ambiente in cui è stata effettuata la ricostruzione è umido (l’umidità rallenta i tempi di asciugatura e ostacola una perfetta adesione del gel all’unghia)
- Non si sono accesi tutti i bulbi della lampada (per una buona asciugatura è necessario che siano tutti funzionanti).
In vendita si trovano davvero tanti tipi di gel ricostruenti, diversi per marca, densità, composizione chimica e colore. I principali fattori da tenere presente per acquistare il gel più adatto alle proprie esigenze sono la densità e il colore.
Il colore va naturalmente scelto in base ai propri gusti personali, se si decide di colorare l’unghia come si farebbe con lo smalto. Se invece si vuole realizzare la french manicure o una ricostruzione dall’effetto molto naturale bisogna orientarsi su un gel in tonalità pastello o camouflage (cioè con una colorazione molto simile a quella delle unghie naturali). In particolare, i gel più indicati per la french sono quelli nelle sfumature del bianco (bianco latte, bianco gesso o bianco rosato).
Per quanto riguarda la densità, invece, va considerato che i gel dalla consistenza più densa sono perfetti per coprire eventuali imperfezioni o nel caso si vogliano ottenere unghie dall’effetto compatto e un po’ bombato. Vanno bene anche per la french manicure. Impiegano però più tempo a polimerizzare rispetto a quelli fluidi, che sono anche più facili da stendere bene e hanno in genere una tenuta maggiore.
I prezzi dei gel per la ricostruzione sono piuttosto alti: in media un flaconcino da 15 ml costa sui 20-25 euro. A seconda della marca e della qualità, il prezzo oscilla infatti da un minimo di 10-15 euro ad un massimo di 35-40 euro.
La risposta a questa domanda è soggettiva: per alcune donne dotate di buona manualità può essere relativamente semplice, per altre meno. Sicuramente sono necessarie precisione e una certa abilità: ci vuole pazienza e tanta pratica!
La ricostruzione si toglie limando il gel con una lima manuale a grana grossa oppure – se si è sufficientemente esperte – usando una fresa elettrica. A mano a mano che ci si avvicina all’unghia naturale, è necessario usare una lima a grana più fine.
La rimozione della ricostruzione è un’operazione che va effettuata con delicatezza e competenza, se non si vuole correre il rischio di rovinare la struttura dell’unghia.
A seconda della tecnologia impiegata dall’apparecchio per polimerizzare gli smalti, esistono tre tipi diversi di lampada per unghie:
- Fornetto UV: la tecnologia UV sfrutta l’azione di bulbi che emettono fasci luminosi caldi di radiazioni ultraviolette
- Fornetto a luci LED: con le lampade a Led la polimerizzazione avviene attraverso fasci luminosi freddi emessi da faretti Led, che sono dispositivi luminosi semiconduttori
- Lampade a tecnologia mista LED e UV: questo modello di lampada (anche chiamata CCFL, Cold-Cathode Fluorescent Lamp, ovvero “lampada a catodo freddo”) combina le due tecnologie precedenti. All’interno del fornetto sono collocati faretti Led e una serpentina UV. I bulbi presentano una doppia emissione di luce: in altre parole, sono in grado di coprire un’ampia gamma sulla banda di luce UV
La tecnologia più all’avanguardia è quella a luci Led, mentre quella UV è più datata. In linea di massima il funzionamento a Led garantisce dispositivi più robusti, solidi e duraturi, mentre la tecnologia UV è costituzionalmente più fragile e più soggetta ad usura.
In definitiva, quindi, la tecnologia di qualità più elevata è quella a LED. Una sorta di via di mezzo fra queste due modalità di funzionamento è la tecnologia mista LED e UV, che combina alcuni aspetti di entrambe le lampade: costa meno della tecnologia solo a Led e anche per questo motivo è piuttosto gettonata. Inoltre offre il vantaggio di essere efficace su tutti i tipi di gel.
In sintesi, le lampade a LED e quelle UV si differenziano per i seguenti aspetti tecnici:
- Universalità: le lampade UV sono universali perché riescono a polimerizzare quasi ogni tipo di gel, quelle a Led invece sono efficaci solo su marche di gel specifiche per tecnologia LED
- Potenza: a parità di watt, una lampada Led risulta più potente ed efficiente di una lampada UV
- Velocità di azione: le lampade UV svolgono la loro azione indurente sui gel in 120 secondi, mentre quelle a Led sono più veloci. In media, impiegano solo 30 secondi per polimerizzare
- Longevità e manutenzione: i fornetti a Led sono molto longevi e robusti. In pratica non necessitano di manutenzione perché i faretti durano tantissimo (possono arrivare anche a 50.000 ore, a meno che non si danneggino, ma in genere si tratta di componenti piuttosto solide). Molto meno invece durano i bulbi UV (fra le 100 e le 1000 ore al massimo), che devono quindi essere sostituiti quando iniziano a scaricarsi. Inoltre i bulbi UV sono piuttosto delicati e vanno trattati con cautela, altrimenti potrebbero rompersi (ad esempio quando si sposta il fornetto)
- Consumo energetico: le lampade a Led non consumano molto, a differenza di quelle UV che hanno consumi più elevati
- Costo: la differenza di prezzo fra i due tipi di lampada è piuttosto evidente. Una lampada a Led in genere costa sempre parecchie decine di euro in più rispetto ad una lampada UV. La maggiore qualità giustifica la differenza di prezzo.
Indicativamente, i bulbi di un fornetto UV tradizionale vanno sostituiti più o meno ogni 400 ore di lavoro: ovvero, ogni 6 mesi circa, se il fornetto viene usato con una certa frequenza.
Tuttavia rispondere a questa domanda in modo preciso non è possibile, perché la frequenza di sostituzione dei bulbi dipende da:
- Qualità del fornetto: alcuni bulbi hanno un ciclo vitale inferiore alle 400 ore, altri superiore
- Frequenza di utilizzo: se il fornetto è usato solo in ambito domestico e poco frequentemente, allora i bulbi possono durare anche anni
- Modalità di utilizzo: i bulbi UV sono piuttosto fragili, per cui la loro longevità dipende anche dal modo in cui si maneggiano e da come si tratta la lampada. Utilizzarla in modo adeguato è il modo migliore per allungare il ciclo vitale dei bulbi.
In ogni caso, capire quando è ora di sostituire i bulbi non è difficile: basta controllare se risultano in parte anneriti. Inoltre, quando iniziano a scaricarsi funzionano meno bene, impiegando più tempo del solito per polimerizzare.
Cambiare i bulbi non è difficile. Ecco un video, pubblicato da LadyNails Style, che mostra come farlo:
Con i fornetti UV, sì. I bulbi UV infatti emettono una luce calda e tendono a raggiungere alte temperature, per cui bisogna fare attenzione a non scottarsi. Con le lampade a Led, invece, questo rischio non c’è, perché i faretti non si scaldano e sostanzialmente emettono una luce fredda.
I fasci di luce trasmessi dai bulbi o dai faretti LED sono simili a quelli emessi dal sole e, come quelli solari, potrebbero danneggiare le unghie e la pelle delle mani.
Questo è quello che sostengono alcuni esperti, perché al riguardo la comunità scientifica è divisa.
Secondo alcuni, le lampade per unghie potrebbero, alla lunga e se usate in modo inappropriato, avere anche effetti cancerogeni. Gli effetti meno dannosi sarebbero invece l’invecchiamento della pelle e l’indebolimento delle unghie. Secondo altri, invece, i raggi emessi sarebbero praticamente innocui.
Sì, visto che ancora la scienza non è arrivata ad una conclusione certa, nel dibattito relativo alla sicurezza dei fornetti per unghie.
Senza lasciarsi andare ad allarmismi inutili e infondati, nel dubbio è sufficiente seguire qualche semplice, ma preziosa precauzione:
- Indossare sempre gli appositi guanti protettivi per manicure (quelli che lasciano scoperte solo le unghie)
- Non utilizzare il fornetto con eccessiva frequenza: il ritocco della ricrescita può essere effettuato per non più di tre mesi, dopodiché bisogna rimuovere la ricostruzione e aspettare qualche mese prima di farne un’altra
- Scegliere solo apparecchi di qualità e sicuri riportanti il marchio CE
- Non guardare mai direttamente i fasci di luce durante il trattamento (anche gli occhi potrebbero risentirne negativamente).
L’uso del fornetto per unghie va sospeso in gravidanza, in quanto l’esposizione ai raggi UV non è consigliata nel periodo della gestazione (soprattutto nei primi tre mesi).
Inoltre, i gel fotoindurenti potrebbero contenere sostanze chimiche che è meglio evitare in gravidanza.
L’offerta di fornetti per unghie è ampia e variegata, per venire incontro ad ogni esigenza e ad ogni disponibilità economica.
In commercio si trovano sia i modelli più basici che quelli più avanzati e professionali, completi di tante funzionalità che permettono di ottenere risultati migliori e rendono più sicuro l’uso del fornetto.
Velocità e potenza sono le caratteristiche essenziali da cercare in una lampada di buona qualità: lo strumento dev’essere in grado di polimerizzare bene e in tempi brevi. Per fare questo occorre una potenza adeguata: le lampade più rapide ed efficienti sono quelle composte da 4 o 6 bulbi di 9 watt ciascuno, per una potenza totale di 36 o 48 watt.
I modelli più sofisticati e professionali sono arricchiti da componenti e funzionalità innovative che garantiscono un utilizzo più sicuro, fanno evitare inutili sprechi energetici e consentono di personalizzare le impostazioni in base alle necessità e al lavoro da svolgere. Ecco quali sono:
- Accensione automatica: grazie alla presenza di sensori ad infrarossi, il fornetto si accende automaticamente quando la mano viene messa dentro all’apertura e si spegne da solo quando viene estratta
- Superficie riflettente: la presenza di specchi all’interno del fornetto permette alla luce di riflettersi e quindi di distribuirsi in modo più omogeneo sulle unghie. Maggiore è l’estensione della superficie riflettente, migliore sarà il risultato finale: per questo motivo l’ideale è che le superfici riflettenti siano disposte non solo sulla base interna, ma anche sulla parte superiore e ai lati del fornetto
- Timer: il timer è molto comodo e pratico da usare perché permette di rispettare con assoluta precisione i tempi di posa, senza dover controllare in continuazione l’orologio. I fornetti più professionali sono quelli dotati di timer multipli (ad esempio, impostati a 15, 30, 60, 90 e 120 secondi), così da poter scegliere l’impostazione più adatta al tipo di prodotto utilizzato
- Display: alcuni fornetti digitali sono dotati di un display che indica i secondi mancanti allo spegnimento del fornetto.
Se non si possiedono già gli strumenti e i prodotti necessari per la ricostruzione, allora conviene optare per un fornetto con kit in dotazione. A conti fatti si spenderà sicuramente meno che acquistando tutto separatamente, visto che molti accessori hanno prezzi un po’ alti.
Usare marche diverse di gel non è di per sé vietato, ma potrebbe rendere la ricostruzione più difficile da eseguire: avendo composizioni chimiche differenti, gel di marche diverse potrebbero anche avere anche tempi di polimerizzazione diversi.
Inoltre bisogna sempre verificare che le varie marche siano compatibili con il tipo di lampada che si sta usando (soprattutto se si tratta di una lampada a Led, che come abbiamo visto non è universale). In definitiva, utilizzare prodotti della stessa marca risulta quindi più pratico.
Se si è proprio inesperte è consigliabile scegliere un modello sempre di buona qualità, ma semplice, senza troppe funzionalità che all’inizio potrebbero confondere. Inoltre, sarebbe utile acquistare un fornetto con incluso uno starter kit per unghie fai da te: come abbiamo appena visto, kit di questo tipo includono il materiale minimo indispensabile per effettuare una ricostruzione e sono quindi l’ideale per chi non ha molta esperienza e farebbe confusione se avesse a disposizioni troppi prodotti aggiuntivi.
Se il fornetto va usato a livello professionale, il consiglio è quello di optare per una lampada a Led (o eventualmente una mista UV e Led), più robusta, potente e duratura di una lampada UV. Inoltre, se il budget lo permette, è consigliabile optare per un modello il più possibile avanzato e sofisticato, in grado di soddisfare al meglio le esigenze della clientela e di reggere bene tante ore di lavoro. Vanno quindi privilegiati i modelli professionali, ricchi di funzioni utili a velocizzare e perfezionare il lavoro. Particolarmente indicate per un utilizzo professionale sono le lampade che permettono di trattare contemporaneamente entrambe le mani.
Per regolarsi nella scelta del modello giusto bisogna quindi per prima cosa considerare se l’apparecchio serve per uso professionale o semplicemente per uso personale e domestico.
Bisogna poi porsi una serie di domande:
- Quanto ho intenzione di usare l’apparecchio? Spesso o solo ogni tanto?
- Quali marche di gel intendo usare (come abbiamo visto non tutte vanno bene per le lampade a LED)?
- Quanto sono disposta a spendere?
Il consiglio comunque è sempre quello di confrontare vari modelli per ottimizzare la spesa cercando un buon rapporto qualità-prezzo.
Sì, sono in vendita anche fornetti che si possono ricaricare tramite USB e non vanno collegati alla presa elettrica: questi modelli possono quindi essere utilizzati dappertutto, anche all’aperto.
Molti modelli di lampada hanno dimensioni decisamente contenute, per cui non sono affatto pesanti, né scomodi da trasportare.
Inoltre la leggerezza dipende anche dal fatto che un fornetto di buona qualità è realizzato in materiale resistente e duraturo, ma leggero. Questa è una caratteristica importante, soprattutto se per lavoro si ha necessità di portare giro spesso lo strumento. In linea di massima le lampade più leggere e meno ingombranti sono quelle a Led, in quanto i faretti sono molto piccoli, mentre i bulbi UV sono più grandi e pesano di più.
Pulire un fornetto per unghie è semplicissimo: basta estrarre la base (quasi tutti i modelli ormai sono dotati di base rimovibile) e passarvi un panno asciutto dopo aver dato una spruzzata di spray antibatterico. Va quindi pulita anche la parte superiore dell’apparecchio.
Il fornetto per unghie si trova facilmente online, così come gli accessori necessari per la ricostruzione e i bulbi di ricambio.
In alternativa, ci si può rivolgere ai negozi specializzati in articoli per l’estetica e l’onicotecnica.
Le fasce di prezzo sono molto variabili: si parte da modelli basici che costano poche decine di euro fino ad arrivare ai modelli più sofisticati che raggiungono e superano i 100 euro.
Il costo di un fornetto dipende da fattori come:
- Tecnologia impiegata (UV o a Led): un buona lampada a Led può arrivare a costare anche oltre 100 euro, mentre le lampade UV, anche se di buona qualità, hanno prezzi più contenuti
- Presenza di eventuali componenti e funzionalità aggiuntive: un modello ultra professionale avrà naturalmente un altro prezzo rispetto ad un fornetto basico per autodidatta. Il prezzo sale all’aumentare delle funzionalità presenti nell’apparecchio.
- Presenza di un eventuale kit per la ricostruzione in dotazione o dei bulbi di ricambio.
Più che sulla marca, bisogna concentrarsi su un altro aspetto ancora più importante: la presenza del marchio CE.
Acquistare un fornetto certificato dall’Unione Europea è fondamentale perché significa che l’apparecchio è stato realizzato secondo le norme della comunità europea: e questo è garanzia di sicurezza ed efficacia.